L’affresco di un piccolo paesino dopo l’arrivo della Premiata ditta Sorelle Ficcadenti
“Premiata”? Perché “premiata”? Siamo sicuri? Non è che se lo sono aggiunte da sole, questo “premiate”? I concorrenti della Premiata ditta Sorelle Ficcadenti se lo chiedono, e indagano, e cercano … ma forse sono brave davvero, forse se lo sono guadagnate quel “premiata”.
Non potrebbero essere più diverse quelle due sorelle, Giovenca tanto bella da far venire il torcicollo a tutti a forza di girarsi per vederla passare e Stemia, bè Stemia è tanto una buona ragazza, grigia quasi come alcuni bottoni del negozio.
Il romanzo si apre a Bellano, 1915, quando la Stampina, donna devota e pia, corre dal sacrestano con un problema da risolvere: il figlio Geramia, tranquillo ragazzo di trendadue anni, sembra aver completamente perso la testa, insieme a tutti gli altri a forza di girarla verso quella Ficcadenti così bella. Non può permetterlo, il preposto deve fare qualcosa e riportarle a casa il figlio, corpo e testa. Non mangia più, non lavora più, e sanno benissimo quanto quella ragazza sia fuori dalla sua portata. Si impegnerà, farà il possibile, dice il sacerdote accompagnando la Stampina alla porta e lanciando un’occhiata alla sua perpetua.
Basta veramente poco per mettere in fermento un piccolo paesino e Andre Vitali descrive le sue dinamiche con arguzia ed ironia. Se posso sbilanciarmi ho notato forse un ritratto un po’ duro della figura femminile, ma lo stile del libro è profondamente canzonatorio e alla fine della fiera, ce n’è per tutti i personaggi, non solo per le donne. Non risparmia nessuno e se questo a un primo livello di lettura può farci ridere di gusto, se ci addentriamo un po’ più a fondo lascia un retrogusto amaro.
la premiata ditta Sorelle Ficcadenti è il libro perfetto comunque se volete una lettura di spirito ricca di intrecci e particolari.
_Giuls_
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