Siamo imperfetti; ma siamo imperfetti insieme. Cercare se stessi, soprattutto nel periodo dell’adolescenza non è facile, questo romanzo ci spiega come tutte le scelte abbiano delle conseguenze, ma questo non dovrebbe dissuaderci dal compierle.
“Hai pretese troppo alte sulle persone. Finché ti senti migliore di loro, sarai sempre solo.”
Viola
Viola. Non sa perché continui a frequentare il suo gruppo di amici a cui appartiene da sempre, ma che non sembra più riconoscere. Non sa perché non si sia mai opposta alle idee di Corrina, anche quelle sbagliate. Sa perché ha smesso di danzare, ma si chiede come mai non riesca a riavvicinarsi a quel mondo che forse, avrebbe ancora tanto da offrirle.
Mac sa perché ha deciso di vivere con il nonno e lasciare quella casa in cui non riconosceva più le persone che lo circondavano. Non sente la necessita di farsi accettare da quei bulletti che lo torturano. Pensa di sapere tutto, tranne quando si trova vicino a Viola, allora non sa più nulla.
I due ragazzi si ritrovano a dover gestire una situazione più grande di loro, aiutare Jamila a nascondersi dalla sua famiglia perché aspetta un bambino da un ragazzo italiano. Ha paura, e anche se sa di non potersi nascondere in quella baracca di legno per sempre, le sembra comunque l’unico luogo sicuro.
Un romanzo che mi ha ricordato lo stile del John Green di Case di carta e cercando Alaska. Un libro che presenta personaggi pieni di fragilità mettendole a nudo in un susseguirsi incalzante di emozioni. Le scelte non sono tutte giuste, non sono tutte sbagliate, la voce narrante le racconta, senza giudicare.
Chi siamo noi, ma soprattutto, chi vogliamo essere?
Giuls
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