
Ho una naturale predilezioni per i romanzi scritti dannatamente bene. Se poi sono fantasy allora, si tramutano in un richiamo praticamente irresistibile.
La definizione corretta è selezione naturale, un processo che avviene automaticamente durante la caccia di nuovi libri. Essi sono un po’ come le persone, se non mi convincono i primi capitoli è difficile che la mia opinione possa completamente cambiare in seguito; Christelle Dabos però non si è smentita, dalle prime pagine mi aveva già convinto che sarei arrivata alla fine in un soffio.
Ofelia e Thorn sono perfettamente imperfetti, due personaggi così particolari che possono darsi senso solo l’un l’altro, tanto che da soli non potrebbero esistere. La loro caratterizzazione è spettacolare, le loro stranezze non stridono diventando semplicemente delle particolarità che riescono a renderli veri nella loro irrealizzabilità.
L’unico problema è che adesso dovrò trovare il tempo per imparare il francese, perché (no spoiler tranquilli) il finale è decisamente aperto e io non so se ho la volontà necessaria per aspettare che il nuovo romanzo venga tradotto in italiano.
Finora Ofelia aveva sempre pensato che niente di quello che si accingeva a vivere lì le avrebbe ricordato il Polo, In quel momento realizzò con chiarezza di aver sottovalutato Babel.
Christelle Dabos _La Memoria di Babel_